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Pennellate dal Madagascar
Durante il viaggio di due giorni da Ambatondrazaka a Fianarantsoa con il taxi-brousse (un pulmino di 20, 30 posti stracarico di persone e bagagli e con poco spazio per distendere le gambe o alzarsi in piedi) ci fermiamo lungo la strada, in montagna, per una pausa e per sgranchirci le gambe, appunto. Lì vicino ci sono due bambini piccoli che subito si avvicinano per vendere qualcosa (prodotti di casa loro, immagino), ma nessuno dei viaggiatori pare interessato. Loro però non se ne vanno, ma anzi rimangono lì a guardare, quasi a bocca aperta, questo vahaza (straniero dalla pelle bianca), uno spettacolo che si vede raramente da quele parti (nelle città a volte può anche succedere, ma in campagna o in montagna...). Probabilmente sono fratello e sorella e questa ha seguito il primo. Lui però, diversamente da tanti altri, non dimostra timidezza quando lo guardo e non abbassa gli occhi voltandosi dall'altra parte facendo finta di non aver guardato (come invece fanno gli adulti), ma anzi si avvicina ancora e continua a osservarmi.